sabato 8 dicembre 2012

LAVORI IN CORSO

Una cosa è certa: il momento che viviamo non è dei migliori. Se ci guardiamo intorno emergono sempre più frequentemente episodi di malcostume della nostra politica (e non solo a Roma, come qualcuno ha sempre cercato di farci credere) ma anche vicino a noi, talvolta molto vicino.

In passato, forse, certe cose ci infastidivano un po’ meno. Ora con la morsa di una crisi (anche questa negata da qualcuno per troppo tempo) che attanaglia le nostre economie domestiche, abbiamo qualche difficoltà in più a lasciarci scivolare addosso certi atteggiamenti e certi abusi che, alla fine, vanno ad ripercuotersi costantemente sui noi cittadini.

Ed allora cosa fare? Semplificando, gli atteggiamenti sono essenzialmente due.

Ci si può ripiegare su se stessi, sulla propria cerchia personale e familiare; si possono ascoltare le notizie del telegiornale come se riguardassero un altro Paese; ci si può lamentare della classe politica maledicendo chiunque rientri nella categoria (e salvaguardando tuttalpiù chi è stato beneficiario del nostro voto);

si può vivere alla giornata aspettando che, prima o poi, qualcosa succeda e la situazione migliori.

Alla luce dei recenti avvenimenti questo è un atteggiamento comprensibile, una legittima forma di autodifesa (fino a qualche anno fa, avremo tacciato questo comportamento come una forma di disinteresse e di superficialità).

Oppure ci si può convincere (e sperare) che le cose possano cambiare. Tra il “rottamare” tout court e il mantenimento dello status quo, c’è il (probabilmente) lento contributo che ciascuno può dare al rinnovamento.

Non quindi inutili e populisti inni alla rivoluzione (da parte di chi, peraltro, ha avuto in mano fino a qualche mese fa lo scettro del comando!) ma un impegno civile che non può essere sempre demandato ad altri.

Spesso, travolti dalla nostra quotidianità, ci dimentichiamo che l’essere buoni cittadini non si può esaurire nel pagare regolarmente le tasse e nel non imbrattare i muri.

E’ illusorio pensare che uno tsunami ci salvi dai nostri mali: dobbiamo prendere coscienza che possiamo essere singole onde d’urto che propagano una positività, una morale, un senso di rispetto (in primis per la “cosa pubblica”) che sta via via scemando.

Questo lo si può fare certamente nelle nostre scelte di tutti i giorni (per esempio rispettando le regole, anche quelle che ci sembrano più “ingiuste”, perché sono regole) ma non basta.

C’è bisogno che qualcuno scenda in campo pro attivamente, che non lasci che siano sempre altri a prendere le decisioni importanti, che abbia il coraggio (prima ancora che eserciti il diritto o adempia ad un dovere) di spendere parte del suo tempo e delle sue risorse per la comunità.

Questo è vero vicino ai palazzi romani, nelle retroguardie dei partiti (dove non è tutto da buttare via) ma anche, e soprattutto, nei paesi dove viviamo e nei quali possiamo contribuire a migliorare la qualità del nostro abitare.

Insieme per Pedrengo, in linea con quanto è nel proprio DNA, ha cercato di non mollare. Anche di fronte ad un trend di disinteresse per l’impegno civico, sta cercato di coinvolgere persone disposte a mettersi in gioco, positive e motivate nella loro volontà di lavorare per l’interesse della comunità.

Con alcune di loro - e lasciando le porte apertissime a chiunque si riconosca nello spirito del nostro gruppo - abbiamo iniziato un percorso di approfondimento di tematiche d’interesse per Pedrengo, ragioniamo e ci confrontiamo condividendo pensieri (cosa non scontata al giorno d’oggi) e partecipiamo a momenti di formazione.

Un gruppetto di coordinamento tira le fila dei lavori e, grazie ai nostri consiglieri attualmente in minoranza, manteniamo il contatto con le scelte amministrative del paese.

L’arancione, colore che caratterizza il gruppo Insieme per Pedrengo, è simbolo di armonia ed equilibrio ma soprattutto di fiducia: noi vogliamo avere fiducia, vogliamo cercare di non vedere tutto grigio e speriamo di creare l’occasione per tutti coloro che vogliono diventare cittadini attivi.

Dal Gruppo di coordinamento di “Insieme per Pedrengo”

LAVORI IN CORSO

Una cosa è certa: il momento che viviamo non è dei migliori. Se ci guardiamo intorno emergono sempre più frequentemente episodi di malcostume della nostra politica (e non solo a Roma, come qualcuno ha sempre cercato di farci credere) ma anche vicino a noi, talvolta molto vicino.


In passato, forse, certe cose ci infastidivano un po’ meno. Ora con la morsa di una crisi (anche questa negata da qualcuno per troppo tempo) che attanaglia le nostre economie domestiche, abbiamo qualche difficoltà in più a lasciarci scivolare addosso certi atteggiamenti e certi abusi che, alla fine, vanno ad ripercuotersi costantemente sui noi cittadini.


Ed allora cosa fare? Semplificando, gli atteggiamenti sono essenzialmente due.


Ci si può ripiegare su se stessi, sulla propria cerchia personale e familiare; si possono ascoltare le notizie del telegiornale come se riguardassero un altro Paese; ci si può lamentare della classe politica maledicendo chiunque rientri nella categoria (e salvaguardando tuttalpiù chi è stato beneficiario del nostro voto);


si può vivere alla giornata aspettando che, prima o poi, qualcosa succeda e la situazione migliori.


Alla luce dei recenti avvenimenti questo è un atteggiamento comprensibile, una legittima forma di autodifesa (fino a qualche anno fa, avremo tacciato questo comportamento come una forma di disinteresse e di superficialità).


Oppure ci si può convincere (e sperare) che le cose possano cambiare. Tra il “rottamare” tout court e il mantenimento dello status quo, c’è il (probabilmente) lento contributo che ciascuno può dare al rinnovamento.


Non quindi inutili e populisti inni alla rivoluzione (da parte di chi, peraltro, ha avuto in mano fino a qualche mese fa lo scettro del comando!) ma un impegno civile che non può essere sempre demandato ad altri.


Spesso, travolti dalla nostra quotidianità, ci dimentichiamo che l’essere buoni cittadini non si può esaurire nel pagare regolarmente le tasse e nel non imbrattare i muri.


E’ illusorio pensare che uno tsunami ci salvi dai nostri mali: dobbiamo prendere coscienza che possiamo essere singole onde d’urto che propagano una positività, una morale, un senso di rispetto (in primis per la “cosa pubblica”) che sta via via scemando.


Questo lo si può fare certamente nelle nostre scelte di tutti i giorni (per esempio rispettando le regole, anche quelle che ci sembrano più “ingiuste”, perché sono regole) ma non basta.


C’è bisogno che qualcuno scenda in campo pro attivamente, che non lasci che siano sempre altri a prendere le decisioni importanti, che abbia il coraggio (prima ancora che eserciti il diritto o adempia ad un dovere) di spendere parte del suo tempo e delle sue risorse per la comunità.


Questo è vero vicino ai palazzi romani, nelle retroguardie dei partiti (dove non è tutto da buttare via) ma anche, e soprattutto, nei paesi dove viviamo e nei quali possiamo contribuire a migliorare la qualità del nostro abitare.


Insieme per Pedrengo, in linea con quanto è nel proprio DNA, ha cercato di non mollare. Anche di fronte ad un trend di disinteresse per l’impegno civico, sta cercato di coinvolgere persone disposte a mettersi in gioco, positive e motivate nella loro volontà di lavorare per l’interesse della comunità.


Con alcune di loro - e lasciando le porte apertissime a chiunque si riconosca nello spirito del nostro gruppo - abbiamo iniziato un percorso di approfondimento di tematiche d’interesse per Pedrengo, ragioniamo e ci confrontiamo condividendo pensieri (cosa non scontata al giorno d’oggi) e partecipiamo a momenti di formazione.


Un gruppetto di coordinamento tira le fila dei lavori e, grazie ai nostri consiglieri attualmente in minoranza, manteniamo il contatto con le scelte amministrative del paese.


L’arancione, colore che caratterizza il gruppo Insieme per Pedrengo, è simbolo di armonia ed equilibrio ma soprattutto di fiducia: noi vogliamo avere fiducia, vogliamo cercare di non vedere tutto grigio e speriamo di creare l’occasione per tutti coloro che vogliono diventare cittadini attivi.

Dal Gruppo di coordinamento di “Insieme per Pedrengo”

Ma non sempre alla quantità corrisponde la qualità

A distanza di quaranta mesi dall’insediamento della nuova Amministrazione, il Comune di Pedrengo ha comunicato i dati relativi alle presenze degli amministratori pubblici locali nelle sedute di Giunta e Consiglio comunale. Il premio di “Stakanovista” spetta al Sindaco Gabriele Gabbiadini, che non ha mai mancato di presiedere un appuntamento ufficiale. Per il Primo Cittadino sono infatti registrate 40 presenze su 40 sedute di Consiglio e 108 presenze su 108 sedute di Giunta… Ma non sempre alla quantità corrisponde la qualità!

A QUANDO IL RITORNO DELLA PUREZZA DELLA RAZZA?

Su Bergamonews dell’11 ottobre 2012 il Sindaco Gabriele Gabbiadini si è scagliato contro la festa di Halloween con la foga e l’entusiasmo di un novello predicatore, castigatore di costumi. Ma alla sua condanna per quella ricorrenza ha associato, stigmatizzandola come pericolosa per la nostra civiltà, anche la “silenziosa immigrazione musulmana che per mezzo delle nostre leggi (molto permissive) e delle loro donne (altissima natalità) stanno mettendo a rischio la nostra civiltà europea, senza bisogno di guerre”.

Poiché non vediamo il nesso tra Halloween e le prolifiche donne musulmane, siamo portati ad interpretarlo come un rigurgito di xenofobia. Quella stessa che i civilissimi paesi europei hanno esercitato per lungo tempo contro gli emigrati italiani, in Svizzera, Germania, Belgio, Francia, America ecc. ovunque visti come “brutti, sporchi e cattivi” e della quale il Sindaco Gabbiadini pare essersi dimenticato o forse non vuole ricordare.

In un aspetto Gabbiadini coglie nel segno: i musulmani stanno influenzando la nostra civiltà senza bisogno di guerre, a differenza di noi occidentali che, facendoci scudo della nostra supremazia culturale e del nostro credo, abbiamo cancellato decine di civiltà con lo sterminio di intere popolazioni.

Se il sindaco Gabbiadini vuole forse con queste sue uscite accattivarsi le simpatie dei cattolici, sappia che sta sbagliando, perché per i veri cattolici sono fondamentali l’amore per gli altri, la tolleranza, la fratellanza universale. A quando signor Sindaco un ritorno all’esaltazione della purezza della razza?


Franco Fazzolari

CHE FINE FARA’ L’AREA DELLA CHEMTURA?

La Chemtura Manufacturing Italy é la filiale italiana di una multinazionale statunitense attiva nei prodotti chimici speciali. L’impianto di Pedrengo negli anni novanta faceva parte del gruppo Eni (Enichem Synthesis).

Nel marzo 1994 passò sotto il controllo della società statunitense Great Lakes. Lo stabilimento di Pedrengo occupa un’area di 70.000 mq. Il terreno sottostante è inquinato e la falda sotterranea è contaminata. Nell’acquisizione da parte di Great Lakes Chemical Corporation venne stipulato un accordo con il quale Enichem si impegnava a contribuire nella misura del 90% ai costi per il risanamento della falda acquifera dello stabilimento di Pedrengo. Nel mese di marzo del 2005 l’intero gruppo Great Lakes è stato acquisito da un’altra multinazionale americana, la Crompton. Dalla fusione di Crompton e Great Lakes è nata, il 1 luglio 2005, Chemtura, quarta società americana nelle «specialità chimiche», quotata alla Borsa di New York.

Per lo stabilimento di Pedrengo, con l’arrivo della società Chemtura, è iniziata la riduzione del personale.

Alla fine dell’anno 2005 è stata aperta una prima procedura di mobilità per una decina di dipendenti; nel marzo del 2006 sono stati dichiarati 16 esuberi ed è stato siglato un accordo per l’uscita di 11 lavoratori su base volontaria. Nel 2007 il gruppo ha effettuato un piano di ristrutturazione globale, ridimensionando notevolmente l’organico.

In quel periodo, vista la presenza di impianti tecnologici in superficie necessari alle lavorazioni in corso, era stata fatta una continua opera di contenimento dell’inquinamento della falda sotterranea mediante una barriera idraulica che annualmente pompa in superficie circa 360.000 mc di liquido contaminato.

La Chemtura Manufacturing Italy srl di Pedrengo ha comunicato il 2 maggio scorso ai sindacati la cessazione dell’attività e l’avvio della procedura di mobilità per tutti i lavoratori rimasti entro il terzo trimestre del 2012.

Visto il nuovo scenario che si è evidenziato in questo ultimo periodo, noi consiglieri comunali di Insieme per Pedrengo riteniamo sia necessario e fondamentale arrivare, nel più breve tempo possibile, al completamento della caratterizzazione e all’intervento di bonifica (terreno e falda acquifera) del sito.

La nostra preoccupazione è che se non si arriverà ad una decisione entro la fine di questo anno, termine entro il quale la ditta si trasferirà in America e lo stabilimento di Pedrengo chiuderà, sarà sempre più difficile confrontarsi con i dirigenti dell’azienda.

Abbiamo chiesto a tutti i consiglieri di Pedrengo di esprimersi e abbiamo proposto che tutto il Consiglio Comunale impegni il Sindaco e i suoi Assessori affinché vengano attivati i seguenti interventi:

1) Un incontro che coinvolga il Comune di Pedrengo, l’azienda Chemtura Manufacturing Italy srl, i Comuni limitrofi, la Provincia, l’Arpa, l’ASL e la società Uniacque al fine di individuare e riconoscere le responsabilità, i sistemi di controllo e monitoraggio attuati ma soprattutto i modi e i tempi di intervento di bonifica del sito della Chemtura Manufacturing Italy srl, stabilendo un cronoprogramma di interventi prima che l’azienda concluda definitivamente la produzione industriale nel sito di Pedrengo.

2) La pubblicazione sul sito del Comune di Pedrengo, a cadenza almeno semestrale, delle analisi fatte dagli enti preposti sullo stato della falda acquifera e il cronoprogramma degli interventi stabiliti con il raggiungimento delle varie fasi indicate nel crono programma stesso.

Il Sindaco ci ha risposto che esiste già un calendario che prevede una serie di passaggi ed azioni da intraprendere; che stiamo aspettando dall’Istituto Superiore della Sanità una sorta di nomenclatura delle sostanze non normate e rinvenute nei controlli effettuati; che la situazione è sotto controllo ed è all’attenzione dell’Amministrazione, degli uffici e della ditta interessata. Ha concluso avvisandoci che anche la ditta Chemtura è interessata a far chiarezza perché, da una prima ipotesi, le responsabilità non sono tutte dipendenti da loro. Detto questo ha messo in votazione le nostre richieste.

Risultato. Il Sindaco Gabbiadini e i consiglieri Nava, Poloni, Beretta, Asperti, Crippa, Tomaselli, Bosatelli e Foresti hanno votato contro questa richiesta. La richiesta dei consiglieri di Insieme per Pedrengo è stata bocciata.


I Consiglieri comunali di INSIEME PER PEDRENGO

NON AVREMO IL PARCO LUNGO IL SERIO E FORSE NEMMENO LA NUOVA SCUOLA MEDIA

Finalmente, dopo più di tre anni, nella seduta del 29 ottobre 2012 il Consiglio Comunale ha approvato un nuovo Piano Integrato di Intervento (P.I.I.), che ricordiamo coinvolge l’area Tadini lungo il fiume Serio. In particolare è stata approvata la convenzione che sarà stipulata tra il Comune e una Società privata.

La nuova convenzione rispecchia quasi fedelmente quella approvata dalla passata Amministrazione, salvo a discordarsene in alcuni pochi punti per noi rilevanti e che riteniamo cruciali per mantenerne integro il suo valore iniziale.

Con il P.I.I. la passata Amministrazione aveva colto l’occasione per porre finalmente fine all’annosa questione dell’area Tadini. Da una parte per distrarre quella zona da possibili futuri appetiti edificatori, ma soprattutto per dare a Pedrengo un grande parco pubblico lungo il fiume Serio. Nella convezione era prevista la realizzazione di una zona attrezzata, con una conformazione definitiva (inerbatura, piantumazione, pista ciclo pedonale, zona con i giochi per i bambini, illuminazione notturna). Cioè un parco veramente fruibile. Era lo scolpo vero, la ragione pregnante dell’operazione. Tutto il resto sarebbe stato un di più, ben accetto.

Purtroppo nella nuova versione della convezione, voluta dall’attuale Amministrazione, tutto questo viene azzerato: niente alberi, non la pista ciclo pedonale, niente giochi per i bambini, niente illuminazione. L’area lungo il Serio sarà una landa poco fruibile e tale resterà per decenni perché non ci saranno le risorse, stimate in molte centinaia di migliaia di euro, da destinare alla sua sistemazione. Questo perché l’Amministrazione vuole rastrellare il più possibile risorse per mantenere fede ad almeno una sua promessa elettorale: la realizzazione della nuova scuola media. A nostro avviso, pur di non recedere da quella promessa i nostri amministratori stanno perdendo di lucidità, con gravi incognite per il futuro di Pedrengo.

Ormai è inconfutabile che i proventi che deriveranno dal P.I.I. non saranno sufficienti per realizzare la nuova scuola media. Sono anni che noi lo diciamo e nel Consiglio del 29 ottobre lo ha fatto presente il Tecnico Comunale e anche il Sindaco, pur a denti stretti, ha dovuto ammetterlo. Ribadiamo: i soldi che verranno dal Piano Integrato non saranno sufficienti per realizzare una nuova scuola media. Ebbene, proprio il Sindaco, in quella seduta ha dichiarato che la nuova scuola sarà costruita o secondo le reali possibilità economiche, oppure che verrà avviata la sua realizzazione e il completamento si vedrà in seguito (non si sa quando e non si sa come).

Prendono così corpo i nostri fondati timori, che rispecchiano anche l’opinione di molti cittadini: la nuova scuola media, moderna, funzionale, con aule speciali, laboratori, mini palestra, spazi per le riunioni ecc. sembra più una fantasia del Sindaco, in perenne campagna elettorale, che la realtà. Sarà invece contenuta entro limiti minimali, con strutture ridotte all’osso. Oppure verrà iniziata ma rimarrà incompleta, rimandando alle amministrazioni future la sua ultimazione. Non si sa però con quali risorse, visto che lo Stato impone ai Comuni sempre più limitazioni di spesa e impedisce loro di accedere a nuovi mutui. Questa soluzione pare la più probabile e certamente la più rischiosa per il futuro di Pedrengo; il nostro paese potrebbe rimanere per anni con una struttura incompiuta.

Il Gruppo Insieme per Pedrengo aveva prospettato una soluzione alternativa di ampliamento dell’attuale scuola media, che abbiamo mostrato ai cittadini sulla nostra pubblicazione “La Piazza” di novembre 2011. Con i proventi del Piano Integrato si sarebbe realizzata una scuola media dignitosa e adeguata alle esigenze di Pedrengo che avrebbe anche eliminato la necessità di mandare i ragazzi durante le ore di Educazione Fisica alla palestra degli impianti sportivi. Con positività sia per gli stessi alunni, sia per gli impianti sportivi.

Con la soluzione da noi suggerita le risorse avrebbero consentito di realizzare il parco attrezzato sul Serio, l’ampliamento della scuola media e anche qualche altra opera pubblica.

Il Sindaco Gabbiadini ha rigettato la nostra proposta, anche con toni aspri. Però un amministratore illuminato dovrebbe saper rivedere le proprie promesse elettorali se ci sono proposte nuove più vantaggiose per la comunità.

Il nostro Gruppo, che nella passata amministrazione è stato il vero artefice di questo P.I.I, anche contro il parere a suo tempo di alcuni consiglieri adesso di maggioranza, pur facendo rilevare le pesanti incognite che Pedrengo dovrà affrontare in futuro, non si è irrigidito sulle sue posizioni ed ha espresso voto favorevole alla nuova convenzione. Siamo convinti che per il bene di Pedrengo vadano accantonate le riserve su situazioni che non si condividono e vada comunque colta quest’occasione irripetibile.


I Consiglieri comunali di INSIEME PER PEDRENGO

DARE A CIASCUNO CIO’ DI CUI HA BISOGNO

In qualità di capogruppo di “Insieme per Pedrengo” ho ricevuto una lettera da parte di un cittadino, nella quale si racconta di quanto è successo ad una famiglia di Pedrengo con un figlio che frequenta la scuola materna.


Questa famiglia, pur rientrando in quelle situazioni per le quali si ha diritto alla riduzione della retta, ha dimenticato di farne richiesta nei tempi previsti (entro il 31 maggio 2012). Per non avere rispettato tale termine non potrebbe, per l’anno in corso, avvalersi dell’aiuto.


All’inizio dell’anno scolastico (Settembre 2012) questa famiglia ha fatto comunque richiesta sia all’Amministrazione Comunale sia al Consiglio di Amministrazione della scuola materna di poter usufruire della riduzione della retta. L’Amministrazione Comunale ha rifiutato la richiesta. La risposta del funzionario comunale del nostro Comune ribadiva l’importanza del rispetto delle scadenze e, senza giri di parole, confermava il no alla richiesta di riduzione della retta.


Da rilevare che nella lettera che mi è stata recapitata è evidenziato che si tratta di una famiglia bisognosa, che risiede da anni nel nostro Comune.


Il Sindaco, nella presentazione della sua lista ai cittadini di Pedrengo, scriveva: “Considerando il difficile contesto economico attuale, sarà importante attuare scelte che sappiano mettere al centro dell’attenzione la FAMIGLIA, intesa come nucleo fondamentale di una comunità sana e ricca di umanità, solidarietà e sussidiarietà, destinando risorse importanti per il sostegno economico alle famiglie in generale e a quelle più bisognose in particolare”. Certamente un funzionario comunale ha il dovere di agire secondo il principio che se la regola esiste la regola deve essere rispettata. Non spetta ad un ufficio e non sarebbe corretto che esso decida al di sopra delle regole. Tuttavia un Sindaco, un Assessore, una Giunta hanno il dovere morale di assumersi talvolta la responsabilità di decidere oltre le regole. Il Sindaco deve saper valutare le conseguenze di certe rigidità e ha gli strumenti per attuare quelle decisioni che di certo non compromettono il bilancio comunale e che, se non attuate, compromettono pesantemente l’equilibrio economico di quelle famiglie che in questo momento sono appese ad un filo. Ad un’analisi più attenta si scopre che altre famiglie non hanno rispettato i termini perentori della richiesta, Davvero avrebbe nuociuto tanto alle casse comunali ed all’immagine dell’Amministrazione fare uno strappo alla regola? Non sarebbe invece stato un gesto reale di attenzione alle famiglie, al di là dei bei proclami pre-elettorali?


Concludo citando una massima che tutti noi dovremmo sempre avere ben presente: Giustizia non vuol dire dare a tutti la stessa cosa, ma dare a ciascuno ciò di cui ha bisogno.



Daniele De Sanctis